Il modello di Terapia Breve Strategica

“Una tecnologia abbastanza evoluta nei suoi effetti non è dissimile da una magia”

La Psicoterapia Breve Strategica può essere definita come «l’arte di risolvere complicati problemi umani mediante soluzioni apparentemente semplici»; si tratta infatti di un approccio originale e innovativo alla risoluzione in tempi brevi delle problematiche o difficoltà, più o meno invalidanti, che gli individui possono incontrare nell’arco della propria vita.

Rispetto alle terapie tradizionali, l’approccio strategico si differenzia per gli interventi brevi e focali, in grado al contempo di produrre cambiamenti profondi e radicali.

La maggior parte dei problemi si risolve mediamente entro le prime 10 sedute, ma in genere si assiste alla riduzione della sintomatologia e un netto miglioramento fin dai primissimi incontri. Naturalmente, una volta risolto il problema e raggiunto l’obbiettivo della terapia, i risultati conseguiti e i cambiamenti manifestati dal paziente devono essere consolidati nel tempo e monitorati con incontri di follow-up a distanza di tre mesi, sei mesi e un anno dalla fine della terapia.

La Terapia Breve Strategica parte dal presupposto che, anche nel momento in cui la persona si trovi a dover affrontare problemi complessi e/o strutturati da anni, non siano necessari periodi di tempo altrettanto lunghi e sofferti per risolverli. Nonostante l’insorgenza del problema si collochi a volte nel passato, la ricerca delle cause responsabili della manifestazione del malessere risulta spesso forviante in quanto frutto di mere interpretazioni causa-effetto. Inoltre, si sa, il passato non si può cambiare, ma si può solo intervenire efficacemente sul presente. A tal fine, si lavora non tanto sul “perché” e sulle cause originarie del problema ma sul “come” questo funzioni nel momento attuale, come si è strutturato e in che modo persista. Spesso, infatti, i problemi si mantengono e si complicano proprio in virtù di ciò che viene fatto per tentare di risolverlo.

In un’ottica strategica, la patologia è caratterizzata dall’irrigidimento del Sistema Percettivo Reattivo, ossia le modalità che ognuno ha di percepire e reagire alla realtà, sé stesso, gli altri, il mondo; l’intervento è dunque orientato a sostituire queste modalità ridondanti con altre più flessibili e funzionali.

Alla luce di questi presupposti teorico-epistemologici, nell’affrontare la definizione di un problema, si è passati dalla classica diagnosi descrittiva a una diagnosi operativa. In quest’ottica, la rilevazione dei modelli di persistenza dei problemi viene effettuata attraverso una ricerca applicata di tipo empirico-sperimentale volta alla messa a punto di soluzioni in grado di garantire una sempre maggiore efficacia ed efficienza dell’intervento. Secondo questa modalità detta “ricerca-intervento”, per conoscere come funziona un problema non è sufficiente l’osservazione esterna, ma è necessario agire in modo da cambiarne il funzionamento. Il presupposto di base della ricerca-azione è <>, ovvero <>. In linea con la ricerca avanzata tipica della Fisica e delle Scienze applicate più evolute, si basa sull’assunto che siano “le soluzioni che spiegano il problema e non le ipotetiche spiegazioni che conducono alle soluzioni”.

La metodologia di base dell’approccio strategico è la stessa delle scienze avanzate; la struttura del metodo si articola in 3 fasi:

  1. Studiare le caratteristiche specifiche di un problema o di una classe di problemi;
  2. Rilevare le soluzioni già tentate per risolverlo/i;
  3. Cambiare le soluzioni disfunzionali che invece di risolvere il problema lo alimentano con altre che si sono sperimentalmente dimostrate in grado di produrre gli effetti desiderati.

Se si vuole produrre un cambiamento rapido ed effettivo, si deve dunque bloccare la persistenza del problema, ovvero come questo si mantiene e si complica nel tempo.

Per saperne di più: Terapia Breve Strategica: il Modello Teorico e le sue applicazioni