“Una tecnologia abbastanza evoluta nei suoi effetti non è dissimile da una magia” Arthur C. Clarke
La Psicoterapia Breve Strategica può essere definita come «l’arte di risolvere complicati problemi umani mediante soluzioni apparentemente semplici»; si tratta infatti di un approccio originale e innovativo alla risoluzione in tempi brevi delle problematiche o difficoltà, più o meno invalidanti, che gli individui possono incontrare nell’arco della propria vita.
Rispetto alle terapie tradizionali, l’approccio strategico si differenzia per gli interventi brevi e focali, in grado al contempo di produrre cambiamenti profondi e radicali.
La maggior parte dei problemi si risolve mediamente entro le prime 10 sedute, ma in genere si assiste alla riduzione della sintomatologia e un netto miglioramento fin dai primissimi incontri. Naturalmente, una volta risolto il problema e raggiunto l’obbiettivo della terapia, i risultati conseguiti e i cambiamenti manifestati dal paziente devono essere consolidati nel tempo e monitorati con incontri di follow-up a distanza di tre mesi, sei mesi e un anno dalla fine della terapia.
La Terapia Breve Strategica parte dal presupposto che, anche nel momento in cui la persona si trovi a dover affrontare problemi complessi e/o strutturati da anni, non siano necessari periodi di tempo altrettanto lunghi e sofferti per risolverli. Nonostante l’insorgenza del problema si collochi a volte nel passato, la ricerca delle cause responsabili della manifestazione del malessere risulta spesso forviante in quanto frutto di mere interpretazioni causa-effetto. Inoltre, si sa, il passato non si può cambiare, ma si può solo intervenire efficacemente sul presente. A tal fine, si lavora non tanto sul “perché” e sulle cause originarie del problema ma sul “come” questo funzioni nel momento attuale, come si è strutturato e in che modo persista. Spesso, infatti, i problemi si mantengono e si complicano proprio in virtù di ciò che viene fatto per tentare di risolverlo.
In un’ottica strategica, la patologia è caratterizzata dall’irrigidimento del Sistema Percettivo Reattivo, ossia le modalità che ognuno ha di percepire e reagire alla realtà, sé stesso, gli altri, il mondo; l’intervento è dunque orientato a sostituire queste modalità ridondanti con altre più flessibili e funzionali.
Alla luce di questi presupposti teorico-epistemologici, nell’affrontare la definizione di un problema, si è passati dalla classica diagnosi descrittiva a una diagnosi operativa. In quest’ottica, la rilevazione dei modelli di persistenza dei problemi viene effettuata attraverso una ricerca applicata di tipo empirico-sperimentale volta alla messa a punto di soluzioni in grado di garantire una sempre maggiore efficacia ed efficienza dell’intervento. Secondo questa modalità detta “ricerca-intervento”, per conoscere come funziona un problema non è sufficiente l’osservazione esterna, ma è necessario agire in modo da cambiarne il funzionamento. Il presupposto di base della ricerca-azione è <<conoscere cambiando>>, ovvero <<conoscere un problema mediante la sua soluzione>>. In linea con la ricerca avanzata tipica della Fisica e delle Scienze applicate più evolute, si basa sull’assunto che siano “le soluzioni che spiegano il problema e non le ipotetiche spiegazioni che conducono alle soluzioni”.
La metodologia di base dell’approccio strategico è la stessa delle scienze avanzate; la struttura del metodo si articola in 3 fasi:
Se si vuole produrre un cambiamento rapido ed effettivo, si deve dunque bloccare la persistenza del problema, ovvero come questo si mantiene e si complica nel tempo.
Per saperne di più:
Terapia Breve Strategica: il Modello Teorico e le sue applicazioni