Disturbo ossessivo compulsivo

“Quanti uomini conoscono la differenza tra un’ossessione che si subisce e un destino che si sceglie?”

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) rappresenta l’evoluzione di un comportamento che da sano e corretto, attraverso una logica stringente e una ripetizione esasperata, diviene totalmente illogico, irrazionale, insano. La persona è consapevole che ciò che fa è assolutamente irrazionale, ma non riesce a farne a meno. La percezione della realtà o di alcune situazioni fobiche portano il soggetto a mettere in atto dei comportamenti in modo compulsivo o compiere azioni mentali come recitare formule, visualizzare delle immagini particolari o ripetere delle parole o frasi specifiche al fine di gestire l’ansia e ridurre la paura.

Solo questi rituali riescono a sedare l’ansia e, in questo modo, la persona si convince di avere un controllo sulle situazioni temute.

Dalla radiografia pare non risulti niente. Ma ho controllato bene? Devo stilare il referto da consegnare al paziente, forse è meglio che ricontrolli. Ok, non c’è nulla. Do un ultimo sguardo per essere sicuro. Bene, direi che posso completare il referto e consegnare. E se invece mi fosse sfuggito qualcosa? É meglio se ricontrollo tutto per bene. Stilo il referto, chiudo la busta e non ci penso più. No aspetta, prima di chiudere ricontrollo meglio, potrebbe esserci qualcosa che non ho visto. Perfetto, ho ricontrollato tutto, ho chiuso il referto ed è pronto da consegnare. Eppure ho come la sensazione di non aver fatto abbastanza attenzione a tutti i particolari, forse è meglio che riapra e ricontrolli con maggior attenzione, giusto per essere sicuro…“.

Si tratta di un medico molto preparato e apprezzato da colleghi e pazienti. Ha sempre svolto la professione al meglio, ma da un po’ di tempo a questa parte il suo lavoro gli costa immensa fatica. Il suo desiderio di svolgere tutto alla perfezione lo sta prosciugando; impiega tantissimo tempo in più rispetto a prima per svolgere anche i compiti più banali. Inoltre impiega il doppio dell’energia, la sera è sfinito e spesso si vede costretto a portare il lavoro da completare anche casa. A volte gli capita di rialzare durante la notte, in preda al dubbio di non aver svolto tutto per il meglio, e ripetere tutti i passaggi per essere sicuro di aver proceduto correttamente e aver controllato tutto nei minimi dettagli. Un suo errore può essere fatale per la vita delle persone. Ma questo tarlo, questo bisogno di ricontrollare tutto ossessivamente più e più volte lo sta divorando.

Questo è solo uno degli esempi che si possono fare per capire come una persona, a partire da un dubbio, un eccesso di rigidità, l’esasperazione di un processo razionale, oppure un atto di sana prevenzione condotto all’estremo o ancora come risvolto di un esperienza traumatica, inizi a mettere in atto una serie di comportamenti che da logici e razionali diventano totalmente patologici. Affinché si possa parlare di disturbo ossessivo compulsivo devono essere presenti le seguenti condizioni:

– le compulsioni (rituali) sono caratterizzate da ripetitività, frequenza e persistenza;

– l’individuo ha la sensazione che tali comportamenti e/o pensieri siano inevitabili e irrefrenabili.

I rituali messi in atto da chi soffre di un disturbo ossessivo compulsivo possono avere diverse funzioni:

Preventivo: è incentrato sull’anticipazione della circostanza o evento temuto, ed è finalizzato ad evitare che accada qualcosa di spiacevole, far in modo che tutto vada per il meglio o prevenire il peggio (es. ricontrollo tutto per essere sicuro di aver fatto bene, oppure non tocco mai le maniglie dei bagni perché potrei infettarmi);

Riparatore: è orientato al passato e viene messo in atto per “riparare” a qualcosa che è accaduto per scongiurare il pericolo che si verifichino le conseguenze temute (possono essere razionali es. lavarsi le mani dopo aver toccato qualcosa di sporco per evitare di contaminarsi, oppure magici es. recitare una formula dopo aver avuto un pensiero sconveniente);

Propiziatorio: è finalizzato a far in modo che accada un evento desiderato o che qualcosa che deve essere affrontato abbia un esito favorevole (es. se scendo dal letto col piede destro andrà tutto bene, oppure indossare sempre la stessa maglietta il giorno degli esami come portafortuna, allineare i soprammobili in un certo modo ecc.).

Compositi: sono presenti sia rituali preventivi che riparatori. I rituali possono essere svolti “a sensazione” cioè vengono eseguiti finché la persona si sente tranquilla (es. lavo le mani finché mi sento pulito), oppure “numerabili”, ovvero vengono ripetuti un preciso numero di volte o in base ad una serie numerica predefinita (es. devo sempre ripetere mentalmente la stessa parola per 10 volte prima di salire in auto).

Le caratteristiche del disturbo ossessivo compulsivo variano in base alle credenze del soggetto e possono essere relativamente comuni, come effettuare lavaggi ripetuti per decontaminarsi dallo sporco, oppure molto elaborati e originali, come ad esempio poter parcheggiare solo in prossimità di macchine che non contengono alcuni numeri o lettere nella targa.

Oltre ai rituali, la persona con DOC può mettere in atto una serie di tentate soluzioni quali:

l’evitamento di tutto ciò che teme, da cui deve difendersi o con cui dovrebbe confrontarsi; questa strategia allevia momentaneamente la paura ma al contempo incrementa il disturbo in quanto, evitamento dopo evitamento, si incrementa la percezione di minaccia o pericolosità della situazione evitata.

la richiesta d’aiuto o rassicurazione da parte degli altri (es. chiedere il coinvolgimento attivo di un familiare nello svolgimento del rituale o costringere altri ad osservare durante l’esecuzione per stabilire se tutto è stato eseguito in modo corretto). In un primo tempo fanno sentire la persona protetta ma via via si conferma l’incapacità del soggetto ad agire autonomamente;

Nella maggior parte dei casi, quando il disturbo si è strutturato, la fobia originaria che l’ha innescato passa in secondo piano e le tentate soluzioni diventano il problema.

L’intervento terapeutico consiste nel rompere gli equilibri disfunzionali rappresentati dalle modalità che autoalimentano il disturbo, attraverso una serie di manovre terapeutiche che portino la persona, ormai schiava delle proprie compulsioni, a riacquisire un controllo reale sulla propria vita.

La Psicoterapia Breve Strategica risulta una delle terapie d’elezione per il disturbo ossessivo compulsivo; gli studi condotti negli ultimi anni dimostrano come il protocollo messo appunto da Giorgio Nardone abbia un’efficacia stimata intorno all’89% e la risoluzione dei casi avvenga in media in 7 sedute.