Dubbio patologico
“Non si dovrebbe mai esser certi di niente, perché nulla merita certezza, e così si dovrebbe sempre mantenere nelle proprie convinzioni un elemento di dubbio, e si dovrebbe essere in grado di agire con vigore malgrado il dubbio”
Bertrand Russell
Il dubbio rappresenta una costante nella vita dell’essere umano. Nessuno di noi è esente dallo sperimentare questa condizione. Quando un dubbio occupa costantemente la nostra mente, possiamo trovarci di fronte a un dubbio patologico.
Come affermava Emil Cioran “Più si cerca l’assoluto più si sprofonda nel dubbio”.
La mente umana ha bpuntointerspalleisogno di avere la certezza circa l’efficacia e la validità delle scelte da effettuare, al fine di allontanare ansie e angosce derivanti dal pensare di poter compiere una scelta sbagliata. A tal fine, gli individui ricorrono all’utilizzo di molteplici modalità e strategie con l’intento di rassicurarsi sulla correttezza delle scelte effettuate, come ad esempio:
- analizzare la situazione da tutti i punti di vista;
- prendere in esame tutte le soluzioni e gli esiti possibili;
- cercare una spiegazione a tutto;
- chiedere rassicurazione e conferma ad altri sui propri dubbi.
Ci sono situazioni nelle quali la scelta, da un punto di vista cognitivo ed emotivo, appare molto importante per l’individuo, a tal punto che finisce col ritrovarsi intrappolato in un loop che ostacola la decisione e, nel caso del dubbio patologico, può renderlo totalmente incapace di agire.
Il dubbio patologico può essere definito come una perversione della mente che va alla ricerca del ragionamento perfetto, della certezza della scelta giusta, della risposta assolutamente corretta e indiscutibile rispetto ad un dubbio o una domanda, il più delle volte indecidibile: le domande continue o i dubbi che si affollano nella mente della persona, infatti, il più delle volte sono irragionevoli o irrisolvibili, in quanto non è possibile dare una risposta certa oppure esistono più risposte possibili.
Esempi:
- “Mi ammalerò di cancro?”
- “É la persona giusta per me? ”
- “Potrei far del male a mio figlio?”
- “Mio marito mi ama abbastanza?”
- “Sono in grado di svolgere al meglio il mio lavoro?”
- “Potrei essere omosessuale?”
- “Potrei impazzire?”
In questo modo, la persona innesca un circolo vizioso di domande a cui tenta di dare risposte, che a loro volta generano altre domande fino a perdersi in un labirinto fatto di domande-risposte-domande-risposte nel quale rimane intrappolata senza via d’uscita.
Come capire se ciò stai vivendo può essere il risultato di un dubbio patologico?
– Ti capita di utilizzare, a volte fino all’eccesso, procedimenti di rigore logico, impiegandoli magari in ambiti in cui la logica e la razionalità conducono inevitabilmente ad un esito fallimentare (es. cercare di controllare un sentimento, un’ emozione o una sensazione spontanea)?
Alcune tipologie di dubbio patologico ricorrenti tipiche di questa modalità sono ad esempio il dubbio di essere omosessuale o di non essere sano di mente.
La tendenza a voler controllare qualcosa che di per sé è spontanea e come tale incontrollabile è ciò che generalmente si manifesta in colui che, dopo aver avuto un episodio di attacco di panico, è terrorizzato dall’idea che riaccada “E se ora mi succedesse? E se perdessi nuovamente il controllo?”. Il tentativo di controllare volontariamente o razionalmente le proprie reazioni fisiologiche è ciò che paradossalmente fa perdere il controllo innescando il panico. Lo stesso meccanismo si innesca nel caso in cui la persona è tormentata dal dubbio di essere omosessuale, e il tentativo di controllo delle sensazioni scatena reazioni e comportamenti che tendono a confermare proprio ciò che teme.
– Ti arrovelli nel cercare di dare una spiegazione a tutto ciò che ti succede, creando in questo modo una discrepanza tra ciò che senti e la necessità di volerle dare costantemente una spiegazione?
In genere, appare rassicurante trovare una spiegazione a tutto ma, da sola, spesso la spiegazione non basta o non serve a risolvere i problemi. Oltretutto, rischiamo di perderci in meandri complicati a discapito dell’esperienza percettiva.
– Devi essere totalmente sicuro prima di agire, In virtù del dubbio su cosa sia giusto o sbagliato, mettendo costantemente in dubbio la validità di qualunque assunto, finché la ricerca del giusto inequivocabile ti porta ad un blocco della capacità di agire.
– Vagli ogni ipotesi nel tentativo di analizzare il fenomeno da tutti i punti di vista, al fine di giungere alle conclusioni più corrette e alle scelte più idonee, dando vita a speculazioni sempre più ingarbugliate.
– Sei alla ricerca costante di sicurezze, in quanto qualsiasi cosa tu faccia pensi di essere in errore o ritieni che comunque le cose andranno male?
– Hai la sensazione costante di sentirti “sbagliato”, non abbastanza rispetto alle aspettative degli altri o di te stesso? La tua insoddisfazione si manifesta anche di fronte ai tuoi successi, in quanto in quel caso, come uno spietato inquisitore di te stesso, ti ritrovi ad incolparti per il fatto che avresti potuto fare di meglio?
– Ti capita frequentemente di delegare la responsabilità delle tue scelte ad altre persone, perché le ritieni più capaci di te o perché il solo pensiero di dover scegliere, anche di fronte alle decisioni più semplici, ti manda in crisi?
Se ti riconosci in una o più di queste situazioni, forse hai bisogno dell’aiuto di un esperto.
Compito del Terapeuta strategico è guidare la persona a capire come la vera difficoltà non sia tanto scegliere le risposte più corrette rispetto agli interrogativi che la vita ci pone, quanto scegliere le domande giuste a cui rispondere.