Fobie specifiche
“Sono più le cose che ci spaventano che quelle che fanno effettivamente male, e siamo travagliati più per le apparenze che per i fatti reali”
Seneca
Le fobie Specifiche e Generalizzate sono uno degli esempi più calzanti di paura che da utile risorsa diviene disfunzionale e patologica.
Con il termine Fobie Specifiche si fa riferimento ad una marcata paura legata a specifiche situazioni (es. guidare in
autostrada, prendere l’aereo), animali (es. dei ragni, dei piccioni) o oggetti (es. vedere l’ago, il sangue), vissute come estremamente pericolose indipendentemente dall’esistenza o meno di tale pericolosità. La paura è sproporzionata al pericolo reale rappresentato dall’oggetto o situazione temuti, per cui la persona tende ad evitare ciò che teme o, se non può farne a meno, lo affronta esperendo livelli di paura e ansia molto intensi.
Come il soldato che va in battaglia, vince, ma torna a casa dilaniato.
Ciò che determina l’instaurarsi di una tra le innumerevoli fobie specifiche non è tanto, come si crede sovente, un evento iniziale scatenante, quanto piuttosto tutto ciò che la persona mette in atto per fronteggiare la paura. Le tentate soluzioni tipiche di chi manifesta delle fobie specifiche sono:
– Evitare l’oggetto/situazione temuta
– Chiedere aiuto in caso di necessità
– Parlare del problema
Il ripetersi di questi copioni dà vita ad un circolo vizioso in cui proprio ciò che la persona fa per sfuggire alla paura contribuisce a scatenare reazioni emotive e somatiche ancora più intense, che conducono progressivamente alla strutturazione del disturbo e, col tempo, all’aggravarsi della sintomatologia. Non è infrequente, infatti, che l’individuo, sovradimensionando progressivamente la sua paura, passi da una fobia specifica a fobie sempre più generalizzate, ossia caratterizzate da più ambiti, situazioni o oggetti affini o associati alla fobia iniziale.
Pensiamo ad una persona che, ad un certo punto della sua vita, inizia a temere di guidare in autostrada; progressivamente eviterà il più possibile di ritrovarsi nella situazione temuta o, in alternativa, si farà accompagnare da qualcuno di fidato tutte le volte che non potrà evitare. In un secondo momento, la fobia potrebbe espandersi a macchia d’olio e l’evitamento estendersi anche alle strade a scorrimento veloce; progressivamente la persona dovrà trovare delle soluzioni alternative, costringendosi a fare chilometri e chilometri su strade statali. Capite bene come chiunque si sentirà costretto a limitare all’essenziale i suoi spostamenti e, in definitiva, rinuncia dopo rinuncia, col suo comportamento, andrà ad incidere sempre più negativamente sulla sua qualità di vita. Nei casi più gravi, l’evitamento generalizzato, che produce un abbassamento della soglia d’attivazione della paura, potrebbe infine condurre la persona a temere di guidare da sola in qualunque situazione per paura di star male fino a rinunciare definitivamente a sedersi al volante.
La persona, con il tentativo di far fronte alla sua fobia, si è costruita da sola una gabbia nella quale è rimasta intrappolata.
L’obiettivo della Psicoterapia Breve Strategica è individuare e bloccare i tentativi fallimentari messi in atto dall’individuo e sostituirli con modalità funzionali al fine di ristrutturare la percezione dell’oggetto fobico, aiutandola ad affrontare e superare progressivamente la paura.
TRA LE FOBIE SPECIFICHE PIù DIFFUSE TROVIAMO:
- Zoofobia: timore verso uno o più animali specifici; nello specifico:
- l’Aracnofobia: repulsione verso i ragni, molto diffusa tra le donne, nonostante anche i maschi non ne siano immuni;
- Cinofobia: paura dei cani;
- Ailurofobia: paura dei gatti;
- Ornitofobia: paura verso gli uccelli, particolarmente diffusa quella dei piccioni;
- Ofidiofobia: paura dei serpenti, si ritrova ancora spesso nonostante fosse molto più diffusa in passato.
- Sociofobia: si tratta di una paura intensa e persistente di essere giudicato negativamente dagli altri. È tra le più comuni nei giovani nonostante si riscontri spesso anche tra gli adulti senza differenza di sesso.
- Aerofobia: si tratta della comune paura di viaggiare in aereo, che non fa riferimento alla leggera inquietudine che tutti proviamo durante il decollo o l’atterraggio, ma all’incapacità vera e propria di prendere un aereo o anche solo pensarlo.
- Agorafobia: più comune tra le donne, è la tipica paura degli spazi aperti, accompagnata spesso da veri e propri attacchi di panico; l’agorafobico teme ed evita qualsiasi luogo dove non si senta al sicuro o non possa ricevere aiuto in caso di malessere (es. luoghi affollati). Nei casi più gravi, la persona inizia ad evitare di uscire di casa fino ad arrivare al completo isolamento. È una delle fobie per le quali chi ne soffre, più frequentemente chiede l’aiuto specialistico.
- Claustrofobia: implica il timore di ritrovarsi in spazi chiusi, che vengono evitati o affrontati con estrema difficoltà come ascensori, gallerie, stanze troppo anguste, o luoghi da cui non è possibile uscire velocemente come ad esempio mezzi di trasporto (metro, aereo, bus).
- Acrofobia: Si tratta dell’ancestrale paura delle altezze, che va al di là delle più comuni vertigini. . chi ne soffre in genere manifesta livelli di ansia insostenibili anche a ritrovarsi in semplici situazioni come affacciarsi ad un balcone, raggiungere luoghi alti o ritrovarsi in prossimità di precipizi.
- Emofobia: fa riferimento alla paura del sangue o del prelievo. Lo stato di profonda ansia e disagio può essere innescato dalla vista di perdite ematiche provenienti dal proprio corpo o da quello altrui (dal vivo o ad es. dalla visione di un film), o anche solo dal pensiero di circostanze vissute direttamente o raccontate, immagini, fantasie in cui è presente il sangue. La vista o il pensiero del sangue scatena generalmente pallore, nausea, mal di stomaco, sudorazione, capogiri, tremore, sensazione di astenia fino allo svenimento.
- Emetofobia: più diffusa di quanto si pensi, si tratta della paura del vomito o dell’atto di vomitare e va ben al di là della semplice avversione verso il vomito. Anche in questo caso, le persone possono arrivare a mettere in atto degli evitamenti (es. non mangiare mai fuori casa) o prendere tutta una serie di precauzioni al fine di scongiurare il timore.
- Amaxofobia: paura di guidare un’automobile. Può assumere diverse forme e livelli di gravità, passando dal timore di guidare solo in alcune strade (es. autostrade, strade a scorrimento veloce), al timore di compiere alcune azioni (es. effettuare un sorpasso o percorrere un ponte, un viadotto), fino all’incapacità totale di condurre l’auto.
- Rupofobia: paura dello sporco, della contaminazione, di tutto ciò che non è igienico. Anche questa molto diffusa, può aggravarsi fino a strutturare un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo.
Oltre le fobie specifiche più comuni, esistono tutta una serie di fobie più rare, irrazionali, stravaganti come la Brontofobia (fobia dei temporali); l’Anemofobia (paura del vento o delle correnti d’aria); l’Aicmofobia (paura degli oggetti acuminati e taglienti); l’Anginofobia (paura di deglutire o di soffocare, fino all’incapacità di ingoiare cibi solidi e liquidi); l’ Automatonofobia (timore di tutto ciò che riproduce sembianze umane come bambole o burattini); l’Eisoptrofobia (paura degli specchi); l‘Ommetafobia (paura degli occhi, che va da una difficoltà ad incrociare lo sguardo altrui fino ai casi più gravi in cui c’è la convinzione che l’altro possa leggere il pensiero, far fare o pensare cose sconvenienti, far ammalare con lo sguardo ecc.).
Come afferma il Porfessor Nardone:
“Le paure sono tante quante se ne possono inventare”
Giorgio Nardone