Attacchi di panico
“In natura esiste la paura, non il coraggio, che altro non è che la paura vinta”
Giorgio Nardone
Il panico, in quanto reazione psicofisiologica, può essere definito come la forma più estrema della paura. Nonostante possa scaturire nelle più svariate situazioni, il meccanismo alla base del circolo vizioso che crea e mantiene la paura fino a farla divenire panico è il medesimo. Durante l’attacco di panico, l’escalation di sensazioni coinvolge l’intero organismo; dalle zone più arcaiche del nostro cervello fino alle componenti più evolute, dalle aree più viscerali fino alle parti più periferiche. Il tutto avviene in pochissimi istanti e la mente e il corpo sono paralizzati di fronte alle nostre paure più profonde: morire, impazzire o perdere il controllo.
È lunedì mattina, e come ogni giorno alla stessa ora sei sull’autobus che percorri il tragitto abituale per raggiungere il luogo di lavoro. Come sempre inganni il tempo leggendo un libro in attesa della tua fermata. All’improvviso, senti la mente sfuggire, la gola si stringe, hai la sensazione di non avere abbastanza aria e ti sembra di poter soffocare da un momento all’altro. Provi a rallentare il respiro tentando invano di controllarlo, ma il tuo cuore inizia a correre all’impazzata e ti rendi conto che in questo momento è la paura che controlla te. Il panico ha preso il sopravvento! Sei ormai in un bagno di sudore e il tuo corpo è percosso da tremori, senti un forte senso di nausea e tutto intorno i rumori si fanno sempre più ovattati, lontani. Hai la consapevolezza di poter svenire da un momento all’altro e la sensazione di non riuscire a respirare è sempre più opprimente. Forse stai per morire, oppure stai perdendo irrimediabilmente il controllo della tua mente! Braccia e gambe risultano intorpidite, il libro ti cade dalle ginocchia e, con le ultime forze che ti rimangono, mentre i suoni e le immagini iniziano a confondersi, senza quasi rendertene conto raggiungi l’uscita e salti giù dall’autobus alla prima fermata. Rosso in viso, madido di sudore e ancora terrorizzato ti accasci sulla prima panchina in attesa che l’incubo finisca. Ma l’incubo è solo all’inizio. Da questo momento, la paura della paura irromperà nella tua vita, come un’ombra sinistra e minacciosa sempre pronta ad afferrarti e trascinarti verso il baratro.
Se ti è capitato di vivere una situazione di questo tipo, è possibile che tu abbia sperimentato un vero e proprio attacco di panico. Può essere stato un evento isolato nella tua vita, oppure essersi presentato più e più volte.
Si definisce Attacco di panico un periodo limitato di intensa paura o disagio, durante il quale sono presenti 4 o più dei seguenti sintomi:
- paura di morire, svenire, impazzire o perdere il controllo;
- palpitazioni o tachicardia;
- sensazione di soffocamento, nodo alla gola, asfissia;
- sudorazione intensa,
- dolore addominale, nausea
- tremori, parestesie, vertigini
- sensazione di derealizzazione (sensazione di irrealtà) e depersonalizzazione (sentirsi distaccati da sé stessi)
I sintomi insorgono bruscamente, raggiungono l’intensità massima nel giro di pochi minuti e si esauriscono solitamente nell’arco di 10 minuti. L’esperienza, inaspettata e acuta, è vissuta in maniera destabilizzante dall’individuo e accompagnata da sensazioni di impotenza, mancanza di controllo, paura e minaccia. All’esaurimento della fase critica segue invariabilmente una fase di grande spossatezza, confusione, irrealtà.
Quando si può definire Disturbo da attacchi di Panico?
Si parla di Disturbo di Panico se l’attacco di panico non rimane un evento isolato ma si susseguono attacchi ricorrenti, improvvisi e inaspettati, cioè non sono di tipo situazionale o attribuibili ad altre problematiche nelle quali di sovente si può arrivare a raggiunge il panico quali: fobie specifiche, disturbo post-traumatico da stress, ansia generalizzata, angoscia, disturbo ossessivo-compulsivo, isteria da conversione, ipocondria, patofobia ecc.
Un altro importante criterio diagnostico è la pervasività della paura e della preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico; la persona inizia a vivere infatti in uno stato di costante allerta e ansia anticipatoria, che portano via via ad una significativa alterazione del comportamento.
Sulla base di un primo episodio reale o immaginario, infatti, le persone iniziano a mettere in atto una serie di tentativi di risoluzione che, come spesso accade, piuttosto che arginare il problema, contribuiscono a mantenerlo ed incrementarlo, creando un circolo vizioso patogeno.
Ti sembrerà strano, ma il modo in cui si è strutturato il problema e il suo progredire più o meno insidioso dipendono in gran parte da tutto ciò che è stato fatto per tentare di risolverlo.
I tentativi fallimentari messi in atto da chi ha sperimentato un attacco di panico generalmente sono 3; ti riconosci in alcuni di questi?
- Tentativo di controllo delle sensazioni e delle funzioni fisiologiche dalle quali scaturisce il panico; tutte le volte che senti i primi sintomi arrivare cerchi di controllarli, ma più provi a reprimerli più la situazione ti sfugge di mano.
- Evitamento di tutte le situazioni ritenute potenzialmente pericolose; ormai hai rinunciato a fare alcune cose che facevi abitualmente e questo ti dispiace, ma il timore di star male ti blocca e preferisci lasciar perdere. Ma via via le situazioni, i luoghi, le attività che eviti sono ormai talmente tante che hai perso il conto e la tua vita non è più la stessa di prima.
- Richiesta di aiuto ad altri; continui a vivere la tua vita illudendoti che non sia cambiato nulla, ma in realtà ti senti sicuro solo quando c’è qualcuno di fidato accanto a te pronto a darti una mano nel momento del bisogno, che ti protegga o si sostituisca a te assumendo il controllo ogniqualvolta senti di poter stare male.
In tutti questi casi, il risultato è quello di sentirsi progressivamente risucchiati in un vortice da cui sembra impossibile uscire; la persona si sente via via sempre più indifesa, sopraffatta dalla paura e incapace di affrontare le situazioni.
Se ti riconosci in questa descrizione o stai vivendo una situazione simile, probabilmente è arrivato il momento di chiedere aiuto ad un professionista esperto, in grado di aiutarti a trovare le strategie giuste per uscire rapidamente dal circolo vizioso patogeno.
L’obiettivo della Psicoterapia Breve Strategica è individuare e bloccare i tentativi fallimentari messi in atto dalla persona e sostituirli con modalità funzionali al fine di ristabilire un equilibrio stabile.